RIFLESSIONI NATALIZIE
Di Andrea Renzoni, pubblicato il 3 gennaio 2023
Banche, in tre anni spariranno altre 2.500 filiali per digitale e fusioni
portando il numero complessivo ampiamente sotto le 20.000 unità. Effetto della digitalizzazione che allontana i clienti dagli sportelli e delle fusioni che spingono le banche a fare sinergie riducendo le sovrapposizioni territoriali. Un fenomeno — quello della chiusura degli sportelli sulla spinta di Internet — è cominciato circa dieci anni fa: nel 2012, erano circa 33.000, mentre alla fine del 2020 le filiali erano già scese a 23.480 (Fonte: Corriere della Sera).
I piani industriali
Nel prossimo triennio — sulla base dei piani industriali approvati da Intesa Sanpaolo, UniCredit, BancoBpm e Bnl-Bnp Paribas — sono previste almeno 1.643 chiusure. Altri si aggiungeranno molto probabilmente con i nuovi piani industriali di Bper — che ha appena acquisito Carige , di Crédit Agricole Italia e soprattutto di Mps che dovrebbero portare il saldo totale delle chiusure programmate nei dintorni delle 2.500 unità (che vanno ad aggiungersi alle 2.000-2.500 già chiuse nel biennio 2020-2021). Nel 2024 complessivamente si arriverebbe a circa 7 mila sportelli in meno rispetto al 2019, attorno a quota 17.000 (Fonte: Corriere della Sera).
L’effetto sul personale
Questa riduzione della banca «fisica» ha effetti anche sul personale, che inevitabilmente viene ridotto. Il sistema bancario ha comunque gestito con responsabilità con accordi sindacali che si basano su prepensionamenti e volontarie incentivate cui corrispondono nuove assunzioni nel rapporto di un giovane ogni due persone uscite. Banche e sindacati — evidenzia Il Sole 24Ore — hanno concordato inoltre la riqualificazione professionale di alcune decine di migliaia di ormai ex “sportellisti” bancari (8.000 nella sola Intesa Sanpaolo) a nuove mansioni. Vanno anche considerate nel conto anche le altre banche più piccole o specializzate, come per esempio la nuova Isybank che sarà lanciata da Intesa Sanpaolo.
Arriva un giorno nella vita in cui si tira una riga e ci si chiede dove si sta andando. A volte è tardi, e ci si accorge che si sarebbe potuto fare diversamente.
Si poteva cambiare le cose molto tempo prima, quando già si avvertiva che qualcosa stonava. Fare un salto quella volta in cui c’era sì qualche rischio, ma nulla in confronto al presente.
Le filiali chiudono e le Reti hanno bisogno di consulenti.
L’opportunità c’è, i segni dei tempi pure, e vi accorgete che potreste fare qualcosa di diverso.
Seguire un’ambizione. Rompere lo schema, prendere il largo.
Risponde “Sì, ma…” colui che trova un problema ad ogni soluzione, risponde “Perché no?” chi trova un’opportunità in ogni problema.
In fondo lo sappiamo: l’immobilismo è una scelta!
Mi ricorda un motto: porto addosso le ferite di tutte le battaglie che ho evitato.
Ma adesso è Natale, è una festa comandata. Ogni domanda al momento giusto: pandoro o panettone?
Auguri!
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Andrea Renzoni
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